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Perché la sostenibilità è una scelta necessaria

Una pandemia non ancora del tutto alle spalle, eventi climatici sempre più estremi, la guerra di nuovo in Europa, problemi di approvvigionamento che pesano su imprese e cittadini: il contesto attuale in cui ci troviamo a vivere ci sta dicendo chiaramente che il sistema va ripensato.

costruisci un futuro migliore

Proprio gli sconvolgimenti degli ultimi anni ci hanno potato a vedere con maggior chiarezza quanto da un lato sia necessaria una visione globale e responsabile per tentare di risolvere problemi che riguardano tutti e dall’altro quanto stia crescendo nella popolazione la consapevolezza che il benessere generale e la qualità della vita passano anche per la salvaguarda ambientale e sociale.

Per un’impresa, grande o piccola che sia è, quindi, sempre più difficile ignorare la richiesta di sostenibilità che viene da un mercato sempre più attento e da un quadro normativo sempre più avanzato sul tema.

Adottare un percorso di sviluppo sostenibile reale e credibile, e comunicarlo correttamente ai propri stakeholder attraverso con un approccio integrato alla rendicontazione (bilancio di sostenibilità, report di impatto, bilancio sociale, ecc.) non è solo una questione etica: aumenta la fiducia nell’impresa e la sua legittimazione a operare nelle comunità locali e rappresenta un vantaggio competitivo, se non la condizione stessa per l’impresa per rimanere sul mercato.

L’uomo sta divorando la Terra

L’uomo consuma più risorse naturali di quante la Terra sia in grado di generare e lo fa a una velocità sempre maggiore.

L’umanità utilizza l’equivalente di quasi due pianeti[1] e le conseguenze di questo sovrasfruttamento sono già visibili: perdita di biodiversità, aumento dei gas serra, cambiamenti climatici. degrado ambientale, inquinamento, rifiuti, aumento dei conflitti per l’accesso alle risorse (energetiche, alimentari, ecc.).

I maggiori responsabili di questo deficit ecologico sono i paesi avanzati. Secondo i dati di un recente studio pubblicato su The Lancet, nel corso degli ultimi 50 anni i paesi ricchi hanno consumato il 74% delle risorse in eccesso, quelli a reddito medio-basso meno dell’1%. Il 10% della popolazione più ricca è anche responsabile di quasi il 50% delle emissioni climalteranti.

Uno stile di vita insostenibile.

La pandemia da COVID-19 e lo scoppio della guerra nel cuore dell’Europa hanno fatto emergere ancora di più il fenomeno distruttivo del Pianeta.

Per non condannare il mondo a un futuro di grave crisi sociale e ambientale è necessario invertire la rotta, con l’impegno congiunto di governi, società civile e imprese.

Il futuro è già oggi

Viviamo in un’epoca di grandi cambiamenti. Il mondo cambia con velocità vertiginosa, a volte accelera, anticipando le previsioni.

  • Cambiamenti demografici: la popolazione mondiale è in continuo aumento insieme agli inarrestabili flussi migratori, accentuati dai cambiamenti ambientali. Secondo le stime più recenti dell’Onu, nel 2030 nel mondo ci saranno circa 8,5 miliardi di persone e queste continueranno a crescere. Con conseguenze con cui ci stiamo già confrontando oggi: scarsità di risorse per soddisfare le necessità di tutti, conflitti sociali, problemi di convivenza e di integrazione culturale. 
  • Cambiamenti climatici: oggi il mondo si sta riscaldando più rapidamente di quanto sia mai avvenuto nella storia registrata. Gli scienziati avevano previsto un cambiamento climatico estremo attorno al 2050, ma l’attualità dimostra che siamo già in emergenza: il gran caldo ha raggiunto quest’estate l’Inghilterra, con temperature sopra i 40 gradi.
  • Cambiamenti tecnologici: il progresso tecnologico si sta muovendo a un ritmo sempre più veloce e incalzante. In pochi anni la tecnologia ci ha portato a parlare di realtà aumentata e virtuale, concetti sconosciuti per millenni e che ora invece possono cambiare radicalmente le nostre vite. Già oggi viviamo in un mondo sempre più digitale e iperconnesso e dove prevale la sovra-informazione. Siamo invasi da una quantità enorme di informazioni, ma pochi sono in grado di leggerle, mentre si assiste a un crescente analfabetismo funzionale.

 

Innovazione, sostenibilità e responsabilità di impresa

Di fronte alla situazione di crisi che stiamo vivendo e alle sfide che i grandi cambiamenti in atto pongono all’umanità, anche le imprese sono chiamate a dare il loro contributo. A chiederlo è la società, che sempre più spesso si aspetta che le imprese svolgano un ruolo attivo rispetto ai problemi comuni.

È venuto il tempo delle responsabilità individuali delle imprese e nelle imprese.

I leader aziendali infatti hanno la responsabilità di capire come dare risposta a queste aspettative e permettere alle aziende di sviluppare appieno il proprio potenziale.

Già nel 2019 i CEO delle duecento tra le più grandi imprese nordamericane evidenziavano la necessità, per il futuro successo delle imprese, di impegnarsi non solo verso gli azionisti, ma verso tutti i propri stakeholder. Offrendo valore ai clienti, investendo nei dipendenti e promuovendo la diversità, l’inclusione, la dignità e il rispetto, instaurando relazioni eque ed etiche con i fornitori, supportando le comunità in cui operano e proteggendo l’ambiente attraverso pratiche sostenibili[2].

Quindi, secondo la strategia delle 3 P, ponendo attenzione non solo al profitto (profit) ma anche al pianeta (planet) e alle persone (people). 

In quest’ottica, innovazione e sostenibilità giocano un ruolo fondamentale e rappresentano oggi le due direttrici principali di sviluppo di un’impresa. Ma per generare una crescita duratura nel tempo, innovazione e sostenibilità devono essere collegate, in modo tale che si alimentino a vicenda, sviluppando modelli di business innovativi e al contempo sostenibili.

Da una parte l’innovazione va integrata nella strategia e negli obiettivi di sostenibilità, ovvero considerando gli investimenti attraverso la lente della sostenibilità. Dall’altra, la domanda di sostenibilità proveniente dal mercato può essere soddisfatta attraverso l’introduzione di elementi di innovazione, per consentire nuovi modelli di produzione e consumo.

L’economia circolare con i suoi pilastri – riduzione, riuso, riciclo – che richiedono innovazione sui processi e sui prodotti del sistema imprenditoriale lungo tutto il ciclo di vita e lungo l’intera catana di fornitura, è un chiaro esempio di questa necessaria connessione. 

L’applicazione della trasformazione digitale a un lavoro più sostenibile, che tenga conto di formazione, sicurezza, inclusione, qualità della vita dei lavoratori, ne è un altro.

L’obiettivo e l’impegno della cooperativa Artemius è proprio quello di aiutare il management di aziende e PMI a individuare gli strumenti più adeguati alla propria realtà, per intervenire strategicamente sulla sostenibilità aziendale.

1. Secondo i calcoli del Global Footprint Network usiamo risorse come se avessimo a diposizione 1,5 Terre.

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